Questo blog nasce dal desiderio di approfondire le tematiche legate alla Search Intelligence, che possiamo grossolanamente definire come la branca del digital marketing che si occupa di distillare informazioni e conoscenza dall’immenso patrimonio informativo costituito dalle ricerche online e dalle pagine dei risultati (SERP, Search Engine Result Pages) che queste generano sui motori di ricerca.
Da sempre, l’analisi delle ricerche è una delle attività tipiche dei progetti di Search Engine Optimization (SEO). Beh, non proprio da sempre…. diciamo da quando i motori hanno iniziato a condividere informazioni sulle abitudini di ricerca dell’utenza – con strumenti come il keyword planner di Google – al fine di promuovere gli investimenti di search engine advertising, ossia l’acquisto degli spazi a pagamento all’interno delle SERP. Al giorno d’oggi, però, considerare la keyword research come un mero passaggio delle attività di search marketing è a dir poco riduttivo, perché le informazioni che offre possono orientare e/o supportare decisioni strategiche a ogni livello, on e off line.
Ho iniziato a occuparmi professionalmente di SEO all’inizio del nuovo millennio, ma è solo negli ultimi sette o otto anni che con il mio team ho potuto sviscerare le numerose tematiche legate alla Search Intelligence. Oggi posso dire che a mio giudizio siamo di fronte a una branca verticale del digital marketing che non può continuare ad essere annegata in altre professionalità legate al Search Marketing, perché le sfide che presenta all’analista richiedono competenze specifiche e le sue applicazioni, come accennato, travalicano i confini non solo della search, ma anche del digital marketing.
Quando mi sono affacciato al mondo della SEO ho avuto il privilegio di moderare il forum di Motoridiricerca.it ideato da Mauro Lupi, CEO di Ad Maiora. Al tempo la SEO muoveva i suoi primi passi, e l’interazione degli appassionati del tempo – alcuni dei quali sono poi diventati professionisti molto noti del settore – ha contribuito a definire linee guida e best practice attraverso una riflessione collettiva. Credo che oggi la Search Intelligence abbia bisogno di questo tipo di contributo “diffuso” e che nessuno, ma proprio nessuno, abbia tutte le risposte alle numerose domande che affliggono l’analista: questioni metodologiche, possibili modelli di analisi, soluzione dei numerosi problemi che si incontrano quando si mettono le “mani in pasta“.
I contributi che andremo a pubblicare su queste coordinate, pertanto, non si propongono di dispensare conoscenza in modalità “one way“, ma piuttosto di fornire spunti di riflessione che nelle mie intenzioni vorrebbero stimolare un confronto tra tutti gli stakeholder, vale a dire chi produce le analisi e chi può sfruttarle per acquisire un vantaggio competitivo nel proprio settore di business.
Grazie a chiunque vorrà partecipare.